Sono nata il 18/12/27 a Massa Finalese, a Massa sono venuta che avevo sei mesi, sono nata a C. Mio papà faceva il sarto ed è venuto qui a Massa prima lui della famiglia per avviare il suo lavoro da sarto, poi siamo venute noi, mia madre e tre sorelle oltre me. Abbiamo preso casa in centro a Massa, la stessa casa che poi ha comprato mia sorella M. quando ha cominciato a lavorare e lì abbiamo fatto il nostro nucleo familiare. Mia mamma aveva anche un cognato che era il fratello del papà che non aveva la testa a posto e mia nonna prima di morire le ha detto: “Marina, so che tu sei la migliore di tutte le mie nuore, mi prendi F., che lo tieni tu?”. E mia mamma l’ha preso, con lei andava d’accordo e sempre le dava ragione. Quando lei diceva: “Devi fare qui, devi fare là”. Lui rispondeva: “Sì, sì Marina quel ca d’gi vu’, mi al fag!”. Era una persona un po’ semplicina, ma aveva anche lui il suo caratterino. Era molto bravo a fare le asole e le finiture dei vestiti, così aiutava mio padre. Qui a Massa sono nate altre tre sorelle e alla fine eravamo sette e la mamma ha fatto anche due aborti che erano altre due femmine.
La nostra famiglia era così composta da dieci persone e mio papà con solo il sarto da fare e con la gente che una volta pagava, una volta no, una volta portavano una gallina, ma il pane bisognava prenderlo. Appena un po’ cresciute ci diceva: “In casa non vi voglio, dovete andare fuori e raccogliere quello che c’è in campagna”.
Ho cominciato da piccola ad andare a spighe quando mietevano. A volte trovavo, altre no e così quando andavo a legna, capitava che ci fossero le fascine già fatte e qualcuna la portavo via. Ero svelta e riuscivo sempre a portare a casa qualcosa. A quindici anni mia madre mi ha fatto andare in Piemonte, ma con il sole e l’acqua ero debole in maniera che sempre cadevo per terra. Così il principale della risaia mi ha detto: “No tu G. non vieni giù, stai in infermeria e ti faccio fare dei lavori più leggeri”. Mi volevano bene tutti, perché ero piccolina, magra, un brutto lavoro!
Quando sono tornata la mamma mi ha detto: “No, tu in risaia non ci vai più e vai a scuola a Mirandola di stenodattilografia, poi vediamo”…