Alla Bellentani eravamo una bella squadra. Allora noi non volevamo fare i primi della classe durante il contratto di lavoro: “A go ancora l’ultimo librino… chissà an du lè…”
Perché sarebbe stata la fortuna del paese. Questi avevano delle idee grandi, volevano fare di questa azienda una grande alimentare e con le sue basi di qualità, di esperienze incredibile, ce la potevano fare. Era un’azienda che ha dato da lavorare ai padri e ai figli, c’erano una tradizione e una ricchezza di professionalità che non avrebbero trovato in altri posti e soprattutto era conosciuta nel mondo perché avevano sessanta licenze di esportazione in tutto il mondo, rifornivamo le ambasciate, le nostre ambasciate a Hon Kong e tante altre, con prodotti tipici che costavano molti soldi. Però è stata una gestione, quella della Ecron, che non ha tenuto conto del particolare che qui si lavorava della carne e non del ferro e lavorarla in un modo o lavorarla in un altro, c’è una differenza. Per esempio, le celle frigorifere: un conto era raffreddarle a serpentina, come avevamo, e il calo della carne era minima, un conto quando hanno fatto tutte queste celle nuove con il raffreddamento ad aria che asciugava la carne. Così, c’era una perdita di peso di valore incredibile, oltre al fatto che a lavorare la carne diventava molto più complicato, hanno fatto degli errori come quello del macello o quello di aver fatto sessanta capetti.
Prima funzionava così: c’era il capo fabbrica, poi c’era il caporeparto budella, il capo reparto lavorazioni, il caporeparto salami, un altro capo reparto o due e po’ basta.
Arrivano questi e prendono sessanta persone indicate da non si sa chi e le mettono a capo di ogni tavolata di chi monta la carne, e una volta la settimana le chiamano nella villa di là, a fare delle riunioni, gli avevano messo delle S come Superiori che li indicavano e quindi c’era un caos totale, oltre alla perdita di produttività, perché questa gente veniva staccata dal lavoro per andare là dentro a fare le riunioni. Volevano fare un grosso Crail Aziendale. Non si rendevano conto che avevamo trecento operai e una ottantina di impiegati o cento, non so neanche più. Questa cosa gli è scoppiata in mano perché non tenevano conto della storia di questa azienda, è stato un salto nel buio, è stato questo il dramma…
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