Sono nato a Massa Finalese nel 1950, ho sessantuno anni.
Ho lavorato alla Bellentani dal ’66 al ’79, poi ho operato nel sindacato come Responsabile di zona e provinciale degli alimentaristi della CGIL, successivamente ho fatto esperienze in amministrazione comunale a Finale E., poi nel partito PDS e DS a Modena gestendo le feste dell’Unità provinciale. Adesso sono pensionato e cerco di godermi la pensione facendo il volontario ancora per le feste dell’Unità.
La mia famiglia era tutta di operai: il nonno lavorava in un mulino, il papà e lo zio lavoravano alla Bellentani, la nonna lavorava saltuariamente in campagna, mia madre è sempre stata casalinga.
Ho sempre abitato in centro, Massa è piccola, è un grosso incrocio dove è cresciuto un paese.
Avevo una sorella, che purtroppo è morta nel ’91.
A ventiquattro anni anni mi sono sposato e sono andato ad abitare fuori casa,
cominciando così una vita autonoma, ma ho sempre abitato a trecento metri circa dalla famiglia dei miei genitori.
Il ritrovo della mia compagnia era spesso un bar, era qua davanti, adesso è chiuso, era un grosso bar, si chiamava Bar Molinari e da lì partivamo per andare in qualche fiera, a ballare la domenica, andare in giro in bicicletta nella valle a mangiare il cocomero, d’estate ci trovavamo nei giardini davanti alle scuole elementari, oggi chiuse, è rimasto solo il monumento ai caduti dei giardini di allora, da lì si partiva in bicicletta o in motorino per andare nei paesi limitrofi a vedere altri motorini, a trovare altre compagnie.
In seguito ho trovato una compagnia a due/tre km da Massa, perché ero diventato amico di altri ragazzi che lavoravano alla Bellentani e abitavano qui in una frazione.
Suonavamo la chitarra, cantavamo in compagnia, giocavamo al pallone, a carte e così si passavano le serate. Di giorno si lavorava e la sera ci si trovava al bar per parlare di sport, di politica, di sindacato.
Fino al ’70 fu un periodo tranquillo. Poi con la prima scossa alla Bellentani del ’70 la situazione è diventata un po’ pesante, abbiamo occupato la fabbrica…
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