SPI CGIL

Intervista a: Agostino Saltini
Realizzata da: Andrea Pantaleoni
Luogo: SPI – CGIL Carpi
Data di realizzazione: 4 febbraio 2000

 

 

…Reggio Emilia, avevo 4 fratelli, famiglia di coltivatori diretti, poi dividendosi i fratelli di mio padre, siamo andati in un podere a mezzadria. La mia famiglia è una famiglia antifascista di vecchio stampo, tant’è vero che mio padre è andato al congresso di Livorno quando si è costituito il Partito comunista italiano. Un compagno di Correggio tanti anni fa mi ha fatto vedere una reliquia. Una tessera firmata da mio padre che era segretario della sezione del partito comunista di Budrio, uno zio fratello di mio padre, anti, compagno ha dovuto fuggire dall’Italia è stato in Russia alcuni anni poi è ritornato come funzionario clandestino del Pci, arrestato a Parma, è stato condannato a 21 anni di carcere. Ne ha scontati, dal ’32 al ’45, dal ’32 al ’45 sono …

13 anni.

13 anni, è stato liberato il giorno stesso che è caduto Mussolini in carcere a Porto Longone. E con un episodio tutto, tutto da scrivere, perché c’è una letteratura. Un compagno del partito della direzione andato a Porto Longone, ha avvicinato il direttore del carcere e gli ha detto “ se mi dai fuori quell’uomo lì noi ti facciamo grazia della vita, noi sappiamo che sei compromesso con questo regime io sono un emissario del Partito comunista …” e gliel’ha dato fuori. Ritornando prima riunione che hanno fatto a Reggio Emilia clandestina, l’hanno fatto segretario della federazione del Pci di Reggio, si sviluppa la lotta clandestina lui era comandante in capo, diciamo così, era responsabile del, delle, delle, delle forze partigiane della zona, di questa zona emiliana, Modena, Reggio, bassa reggiana, bassa modenese e montagna. È stato ucciso dai tedeschi in un agguato si pensa a una spiata, una delazione di un compagno che ha tradito, un debole, a casa lui e la sua staffetta personale che era sua sorella, la sorella di mio padre, alla vigilia della Liberazione, quindi il giorno 27 di febbraio, 8 giorni dopo abbiamo fatto la Confederazione. Mio padre era un po’ il dirigente di questi ragazzi perché era molto più giovane di quello, anche lui sempre attivo, perché debbo dirti che sono venuto ad abitare a Reggio Emilia, a Carpi nel ’36 e ho vissuto la vita con mio padre, con Alfeo Corassori, con Aldo Magnani, Romildo Corradi, ero ragazzo però mi adoperavano, mi adoperavano a portare l’Unità clandestina quando c’era, c’era i documenti e così via. Mio padre era malato di cuore una grossa disfunzione cardiaca tra il carcere, mai condannato, arrestato più volte, e la malattia è morto a 56 anni…