SPI CGIL

Intervista a: Enea Romagnoli (18/06/1928)
Realizzata da: Emanuele Buda
Luogo: SPI – CGIL Castelfranco

 

 

Allora, partiamo come per gli altri da, proprio dall’inizio no… dalla famiglia, dove sei nato, la famiglia, quanti… quanti fratelli, e anche le prime esperienze se era una famiglia di politica di sindacato…

Io sono figlio di una ragazza madre. Ho vissuto con mia madre sino a 10 anni…da capo?

No, No.

Ho vissuto con mia madre sino a 10 anni a Bologna. E a 10 anni sono andato in collegio, sono rimasto in collegio fino a 15 anni e mezzo, fino al settembre del 1943. Mia madre era di una famiglia di antifascisti, un suo fratello era stato addirittura pestato dai fascisti a Castelfranco nel ’21 e poi andò a Milano perché s’era stufato di prendere sempre le botte dai fascisti. Prima dei 10 anni una cosa che mi ricordo bene è quando fu arrestato un amico di famiglia, un certo Tubertini che era uno studente universitario che poi divenne poi dopo la liberazione il segretario del partito, della federazione del Partito comunista di Bologna, e la madre di questo Tubertini portò a casa mia, a mia madre quei pochi libri che si erano salvati dal sequestro dei fascisti, dei fascisti. E lì cominciai già a capire insomma che, a capire le prime cose insomma di politica, il perché e il percome.

Quindi l’iniziazione è abbastanza precoce è già …

Sì, sì

Il periodo della …

Sì, sì. Il 25 luglio del ’43 quando è andato su Mussolini, io lavoravo in una fabbrica di Bologna sebbene che ero in collegio, avevo finito le scuole la terza media ero andato a fare l’apprendista in questa fabbrica che si chiamava Corelli e Martinelli e veniva prodotto dei calibri per i siluri della marina. In fabbrica c’era sempre il ritratto di Mussolini e del Re nella… in fondo al… e quella mattina sono andato a lavorare non avevo sentito niente ancora neanche, neanche per strada e poi anche in fabbrica e mentre lavoravo un operaio mi ha fatto “oh, hai visto non c’è più!” Ho guardato e non c’è più Mussolini, era il 25 luglio, verso le 10, 10, 10 e mezza tutti fuori della fabbrica tutti in piazza Indipendenza a manifestare gioia per la caduta del fascismo, poi da lì andammo davanti al carcere di Bologna a chiedere il rilascio dei detenuti politici. Io ero sempre assieme a operai insomma, avevo 15 anni e mezzo insomma. Dopo i primi bombardamenti pesanti di Bologna da parte degli arerei americani, sono venuto a Castelfranco da un fratello di mia madre, mio zio anche lui antifascista, comunista, e ho abitato con lui fin quando mi sono sposato…