SPI CGIL

Intervista a: Franco Pasini (07/03/1927)
Realizzata da: Emanuele Buda
Luogo: Spi CGIL Lama Mocogno

 

 

Partiamo dalla tua data e dal luogo di nascita descrivendo un po’ la famiglia di provenienza, eccetera…

La mia famiglia di provenienza, dal punto di vista chiamiamolo politico era una famiglia di antifascisti perché anche al tempo del fascismo hanno avuto qualche guaio con la polizia, i carabinieri eccetera.
Ad esempio io facevo la Quinta elementare a Lama e mi ricordo mio padre fu portato in galera a Modena del 1938 mi sembra che fosse… perché erano lì che giocavano a bocce e dopo lì forse un pochino anche così allegri eccetera eccetera cominciarono a cantare “Bandiera rossa” hanno preso solo mio padre, lo picchiarono e lo portarono in Sant’Eufemia a Modena! È un fatto che ricordo bene, non me lo dimenticherò mai! Perché in quel tempo io abitavo con mio padre e mia madre eravamo io e due sorelle più piccole, piccolissime e allora successe questo che lo portarono a Modena, lo portarono in Sant’Eufemia, lo tennero 20 giorni in galera e mio zio, che era antifascista anche lui, incontrò al prete del mio paese di Montecenere che gli disse: «Se tu vai dal parroco di Renno» che il parroco di Renno era l’ufficiale della Milizia a quei tempi là «a parlare con lui tuo fratello vedrai che lo lasciano venire a casa» allora mio zio non voleva andarci però alla fine vedendo questa situazione in casa nostra avevamo 3 o 4 bestie, vacche eccetera questa miseria che c’era allora ci andò e quando fu là, mi ha sempre raccontato: «Mi disse che mi dovevo confessare prima! Io mi sono rifiutato di confessarmi perché non era la mia idea» e allora lo lasciarono poi ritornare a casa dopo 20 giorni! Io ricordo perfettamente che facevo la Quinta elementare a Lama e ricordo un altro particolare che la maestra Santini che era… perché sai le maestre allora erano tutte fasciste c’è poco da fare praticamente le cose erano queste qui parlavano della tessera del fascio e il mio compagno di banco che si chiamava Fontana Ovidio io e lui parlavamo assieme a bassa voce quando la maestra ci spiegava certe cose che riguardavano tessera del fascismo e tutte queste robe qui e parlavamo e mi venne a prendere per un orecchio, mi portò dietro alla lavagna e mi disse: «Si vede che da una quercia non nasce una pesca!» cioè era proprio il momento che mio padre era in galera, era a Modena. Io andavo a scuola insomma facevo la Quinta elementare ma la mia famiglia, ripeto, era tutta una famiglia di antifascisti che frequentava, nella stalla in particolar modo, un vecchio antifascista che era stato al confino e veniva a spiegare, facevano delle riunioni al tempo del fascismo e veniva a spiegare le cose che si dovevano fare e ricordo anche una discussione che ebbe un mio zio, nella stalla con il veterinario che veniva a visitare gli animali, le bestie che aveva in stalla e che la discussione fu questa che a me poi cercavano di mandarmi via perché il veterinario ci diceva a mio zio: «Hitler, i nazisti, i fascisti stanno conquistando Mosca!» e mio zio ci diceva: «No, a Mosca non arriveranno! Sono sicuro che non arriveranno!»… erano discussioni così ma ti dico era un bonaccione, era un fascista ‘sto veterinario ma discutevano apertamente come due amici insomma! Anche quello lì è un altro particolare del tempo della guerra…