SPI CGIL

Intervista a: Gildo Ronchetti (05/02/1921)
Realizzata da: Emanuele Buda
Luogo: Spi-Cgil Pavullo

 

 

Partiamo dalla tua famiglia e dal tuo luogo di provenienza, i tuoi ricordi di bambino, il periodo, diciamo, della scuola…

Iniziamo dicendo che sono nato a San Prospero in una famiglia fortemente religiosa! Erano due fratelli: il padre e lo zio e 13 figli complessivi che andavano … il primo è nato nel 1907, l’ultimo del 1924! Ecco in questo arco di tempo c’erano questi figli… Era il periodo anche della guerra ‘15-’18 che però io non c’ero ma il nonno era preoccupato perché i 2 figli erano in guerra. E così ci siamo trascinati. Del ’25 poi ci siamo divisi; i 2 fratelli si sono divisi e uno è venuto ad abitare a Rovereto e l’altro a Cavezzo, a Motta di Cavezzo…

Ecco lo spostamento a che cosa è dovuto? Cioè qual era il lavoro della famiglia? Lo spostamento è legato a una questione di lavoro o ad altre questioni?

Contadini! Siamo passati… cioè eravamo contadini là con un pezzo di terra poi siamo diventati contadini qui a Rovereto. Però per venire contadini a Rovereto mio padre aveva 9 figli e 3 erano piccoli: io, mio fratello e l’ultimo. Allora questi 3 più piccoli non vennero denunciati al padrone di quanti figli avevano disse che avevamo 6 figli, che aveva 6 figli e così entrammo nel ’25 in questo podere alle Lame di Rovereto.

Mezzadro?

Sì! Mezzadro… 1929 muore il babbo per malattia e rimaniamo lì in 9 fratelli con la mamma… da mezzadri nella povertà più nera che si possa immaginare. Un mio fratello viene colto come operaio, garzone da casaro e poi, in un secondo tempo, entro anch’io quale garzone di casaro. In famiglia migliorano le condizioni anche se lo stipendio era molto limitato …