Nelle fasi finali della lotta di liberazione i partiti antifascisti modenesi presero atto della necessità di dare vita a una Camera del lavoro unitaria, sulla base del patto siglato a Roma nel giugno 1944, che aveva portato alla nascita della Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil). Nel caso modenese, poi, era sentita l’esigenza di superare le fratture del periodo prefascista, evitando la nascita di una Camera del lavoro sindacalista anarchica.
Il 16 aprile 1945 in un appartamento nella zona di Porta Bologna a Modena è decisa la nascita della Camera confederale del lavoro, che vede nella Commissione esecutiva presenti esponenti dei partiti socialista, comunista, democratico cristiano, d’azione e degli anarchici.
Subito dopo la Liberazione è occupata la sede dei sindacati fascisti di via Anacarsi Nardi 35. Questo edificio, infatti, dal settembre 1944 era la sede della Confederazione fascista dei lavoratori dell’industria, e dal febbraio 1945 dell’Unione provinciale di Modena della Confederazione generale del lavoro, della tecnica e delle arti, che accorpava i diversi sindacati fascisti presenti nel periodo precedente.
Il primo settembre 1945 esce il “Bollettino della Camera del lavoro di Modena e provincia” che informa che gli iscritti alla Camera del lavoro sono 110.000. Il 20 ottobre si svolge nella sala di San Vincenzo il primo congresso provinciale, a novembre arriva in visita il segretario generale della Cgil Giuseppe Di Vittorio.
Dopo queste prime attività, è deciso di trasferire la sede della Camera del lavoro in un nuovo palazzo, il via San Vincenzo 24, in pieno centro storico di Modena, trasferimento che avviene nel gennaio 1946.
Collegamenti
FONTI
BIBLIOGRAFIA
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana. Guerra e Resistenza a Modena 1940-1945, Milano, Franco Angeli, 1998
Lorenzo Bertucelli, “Costruire la democrazia”. La Camera del lavoro di Modena (1945-1962), in Lorenzo Bertucelli, Claudia Finetti, Marco Minardi, Amedeo Osti Guerrazzi, Un secolo di sindacato. La Camera del lavoro a Modena nel Novecento, Roma, Ediesse, 2001