L’idea di costruire un impianto idroelettrico all’avanguardia, in un luogo dove anticamente sorgeva un semplice mulino ad acqua, trova realizzazione quando il Consorzio Emiliano di Bonifica Parmigiana-Moglia decide di acquistarne i terreni.
L’intento è quello di fornire energia agli impianti di idrovore dei Consorzi di Bonifica delle province di Reggio, Modena, Bologna, Ferrara e Mantova, sfruttando le acque dei bacini imbriferi dei torrenti Dolo e Dragone, affluenti del fiume Secchia.
Il cantiere è aperto nel 1924, e occupa 800 operai. L’anno successivo l’inizio dei lavori si verifica uno dei rari momenti di tensione sociale avvenuti nella zona durante il regime fascista: in gennaio è organizzato uno sciopero da 500 lavoratori impegnati nella realizzazione dell’impianto idroelettrico di Farneta, ai quali si uniscono quelli al lavoro per la costruzione della diga di Fontanaluccia. Una nuova protesta è messa in atto il 18 luglio 1926 da alcuni operai addetti all’impianto idroelettrico del Dragone a Frassinoro, per ottenere un aumento di salario; cinque gli arrestati.
I lavori si concludono nel 1928 e la Centrale viene intitolata a Romeo Melli, direttore generale della società Emiliana Esercizi Elettrici. Dal 1990 la centrale è completamente automatizzata e l’intera struttura industriale è stata restaurata conservando la forma degli anni venti. Di recente è stato recuperato a scopo didattico uno dei quattro gruppi turbina alternatore, con la sala quadri di comando e controllo della vecchia centrale e varie attrezzature occorrenti alla manutenzione del macchinario, ora conservate in un’area della centrale adibita a museo.
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