La Sipe di Spilamberto rimanda a una storia secolare, risalente al XVI secolo quando sotto il duca Alfonso I d’Este si iniziò a produrre polvere da sparo. Nel 1761 nasce la Polveriera che nel 1869 diventa di proprietà degli imprenditori Osti e Pallotti. Nel 1901 è acquistata dalla Società italiana prodotti esplodenti, nata a Milano dieci anni prima.
L’azienda conosce un notevole sviluppo negli anni della Prima guerra mondiale, grazie alla produzione delle famose bombe a mano Sipe. Negli stessi anni avvengono importanti agitazioni sindacali, nel 1916 per l’aumento di paga delle donne, sempre più numerose, nel 1917 per gli uomini. Nel dopoguerra l’inevitabile crisi porta allo scioglimento della Sipe, che rinasce con la stessa sigla nel 1923, ma con polveri al posto di prodotti.
Il momento di maggiore espansione dell’azienda si registra nella seconda metà degli anni Trenta, con la dichiarazione, nel 1935, di «stabilimento di fondamentale importanza ai fini della produzione bellica» e l’aumento delle commesse legate alle imprese di Etiopia e Spagna e poi alla produzione di mine navali. I dipendenti, 1.502 nel 1938, diventano 4.676 nel settembre 1941 (per il 70 per cento donne), per poi calare drasticamente dopo il 1943. Nonostante la militarizzazione della fabbrica non mancano le proteste e gli scioperi, in particolare nel 1941 e nel 1943, con conseguenti arresti e licenziamenti.
Dopo la fine della guerra il numero dei dipendenti si assesta intorno ai 400-500 e l’attività riguarda la produzione di dinamite e di razzi antigrandine. Notevole la presenza sindacale, che si manifesta anche nella pubblicazione del giornale di fabbrica “Il torrione” che esce dal 1951 al 1957. Molte iniziative riguardano il tema della sicurezza sul lavoro, dal momento che periodicamente si verificano esplosioni con feriti e morti. Infatti, nel corso della sua attività muoiono alla Sipe 45 lavoratori.
Alla fine degli anni Settanta la fabbrica è acquistata dalla Snia Viscosa, diventando Sipe-Nobel, per poi passare al gruppo Fiat. Inizia intanto il suo declino produttivo e nel 1992 è ceduta alla Société Nationale des Poudres et Explosifs di Bergerac, che trasferisce la produzione in Repubblica Ceca. Lo stabilimento cessa ogni attività nel 1995.