Nel seconda metà degli anni Trenta si consolida la presenza sovversiva dentro la Sipe di Spilamberto, anche a seguito del notevole incremento dei dipendenti, che arriveranno a superare le quattromila unità. Nel 1938 sono ritrovate nelle latrine scritte «di carattere sovversivo», e si consolida all’interno dell’azienda un nucleo comunista che fa capo a Samuele Simonini e Iris Malagoli.
Con l’entrata in guerra le condizioni di lavoro degli operai occupati nelle industrie peggiorano sensibilmente, aumentano i turni di lavoro, calano le disponibilità alimentari e, negli stabilimenti ausiliari, si fa più pesante il sistema di controllo e di repressione. Nell’ottobre 1941 due operaie della Sipe sono fermate «perché sospettate di istigazione a compiere atti di sabotaggio e ostruzionismo nello stabilimento».
Il 5,6 e 7 giugno 1941 si svolge l’agitazione modenese più rilevante della prima fase della guerra ad opera delle operaie della Sipe di Spilamberto. Lo sciopero è provocato dal tentativo della direzione aziendale di decurtare in modo subdolo il salario delle lavoratrici, proponendo un aumento di 5 centesimi l’ora, abolendo però il premio di 10 centesimi l’ora. Il giorno di paga, verificata la diminuzione del salario, circa 300 dipendenti si astengono dal lavoro. La mattina dopo l’agitazione si allarga, e circa mille lavoratrici non entrano in fabbrica, sostando davanti ai cancelli e gridando le loro richieste, ovvero un aumento di 30 centesimi e il mantenimento del premio. Il giorno dopo le operaie sono costrette a ritornare al lavoro dall’intervento di fascisti e carabinieri. Intervenne anche il federale Franz Pagliani, al quale tuttavia una delle operaie con cui stava facendo un’animata discussione lanciò in viso una pagnotta gridando: “Mangialo tu questo schifoso pane!” La direzione alla fine concede un aumento di salario, ma la repressione si abbatte in modo brutale sulle lavoratrici: nove di loro vengono fermate, tre denunciate, 122 licenziate e 204 sospese dal lavoro per alcuni giorni.
Il 28 luglio 1943 i lavoratori e le lavoratrici della SIPE sono protagonisti di un altro sciopero, che questa volta assume un chiaro significato politico: in duemilacinquecento escono dall’azienda incolonnandosi verso Spilamberto, ma sono bloccati da carabinieri e soldati i quali però, all’ordine di aprire il fuoco sparano in aria, evitando così una strage. La sera diversi operai sono arrestati e otto deferiti al Tribunale militare di Bologna, mentre tre comunisti, ricercati, si danno alla latitanza.
Collegamenti
DOCUMENTI
FONTI
BIBLIOGRAFIA
Paola Nava, Ragioni e Sentimenti. Le operaie della SIPE di Spilamberto dal fascismo agli anni sessanta, Modena, Centro documentazione donna, 1998.
Daniel Degli Esposti, Lottare per scegliere. Antifascismo, Resistenza e ricostruzione a Spilamberto, Modena, Edizioni Artestampa, 2018