Arturo Galavotti nasce a Concordia sulla Secchia il 27 ottobre 1910 da Augusto e Adele Buganza, meccanico, comunista. Proveniente da una famiglia socialista (lo zio Agenore Buganza sarà sindaco di Concordia nel dopoguerra), dopo le scuole inizia a lavorare nell’officina meccanica del padre, chiusa nel 1929 a causa della forte crisi economica.
Nel 1932 decide di emigrare in Algeria, dove entra nel Partito comunista francese. Nel 1934 partecipa alle manifestazioni contro le leghe fasciste, responsabili di gravi incidenti a Parigi e nel 1936 è tra gli organizzatori degli scioperi che consolidano la presenza della Confederazione generale del lavoro in Algeria. Arrestato dalla polizia francese nel 1937, una volta rilasciato decide di recarsi in Francia e si stabilisce a Marsiglia trovando lavoro come meccanico.
Entra a far parte dell’Unione popolare italiana, diventando segretario di una sezione di quartiere. Dopo l’occupazione tedesca della Francia e la nascita del regime di Vichy entra a far parte dei primi nuclei di Resistenza, senza però partecipare ad azioni armate.
Nel 1941 riceve l’incarico di preparare compagni disponibili a rientrare in Italia, ma senza esito: decide dunque di partire lui stesso, tornando a Concordia nel giugno 1942. Con fatica prende contatto con gli esponenti comunisti ancora attivi, impegnandosi a riorganizzare il partito nella Bassa modenese, ed entra in relazione con il gruppo di giovani azionisti presenti a Mirandola.
Alla caduta del fascismo promuove la costituzione di un Comitato unitario antifascista e, dopo l’8 settembre, si impegna nell’organizzazione della Resistenza, divenendo comandante delle formazioni gappiste della Bassa modenese, poi inquadrate nella brigata Remo. Nell’agosto 1944 è chiamato a Modena a compiti di partito e, infine, è trasferito a Montefiorino nel dicembre 1944, dove è nominato segretario del CLN della montagna.
Tornato a Modena pochi giorni prima della Liberazione, entra a far parte del CLN provinciale e del Triumvirato insurrezionale del Partito comunista. Pochi mesi dopo la Liberazione diventa segretario generale della Camera confederale del lavoro di Modena, carica che mantiene fino al 1953. Nel 1946 è eletto consigliere comunale (sarà riconfermato anche nelle elezioni del 1951 e del 1956) e dal 1947 fa parte del Comitato federale e della segreteria del Partito comunista modenese.
Nel 1953 è inviato in Sicilia come ispettore della CGIL, rimanendovi due anni. Al ritorno ricopre di nuovo, ma per un breve periodo, la carica di segretario generale della Camera confederale del lavoro. Nel 1956 entra nella Giunta comunale di Modena e, nel 1960, assume responsabilità dirigenziali nell’Azienda municipalizzata per l’igiene urbana. Muore a Modena il 6 dicembre 1978.
Collegamenti
FONTI
Is Modena, Fondo Anppia, b. 60, fasc. 11;
Arturo Galavotti, “La linea politica del Pci Modenese (1942-1945)”, intervista Luciano Casali, 11 luglio 1969, in Is Modena, Fondo Anpi, Testimonianze, vol. “Seconda zona”.
bibliografia
Fabio Montella, Tra la falce e il moschetto. La Bassa modenese dal biennio rosso alla caduta del fascismo (1919-1943), San Felice sul Panaro, Gruppo studi Bassa modenese, 2008
L. Bertucelli, C. Finetti, M. Minardi, A. Osti Guerrazzi, Un secolo di sindacato. La Camera del lavoro a Modena nel Novecento, introduzione e cura di Luigi Ganapini, Roma, Ediesse, 2001