Nasce a Nonantola il 3 agosto 1923 da una famiglia di operai e braccianti. Dopo aver finito la scuola di avviamento professionale trova lavoro come operaio metalmeccanico presso l’officina Fratelli Barbieri di Modena, dove conosce alcuni anziani operai antifascisti e, in particolare, il capo officina, l’anarchico Vincenzo Chiossi.
Chiamato alle armi nel giugno 1943 nella Marina Militare, dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943 riesce a tornare a casa. Entrato in contatto con i primi nuclei partigiani che si stanno costituendo in tutta la provincia modenese, aderisce ai Gruppi d’azione partigiana (Gap) con il nome di battaglia ‘Mirko’. Trovando difficoltà a portare subito sul terreno della lotta armata il gruppo di Nonantola, si sposta a Modena entrando nel GAP n. 2. Poi torna a Nonantola e sarà protagonista del percorso che porta alla costituzione nell’estate 1944 del Battaglione Achille, reparto della brigata gappista “Walter Tabacchi”, del quale sarà prima vicecomandante e poi comandante. È tra i principali protagonisti dei combattimenti per la liberazione di Modena, il 22 aprile 1945.
Durante la lotta partigiana aderisce al Partito comunista e, a guerra finita, è prima dirigente dell’Anpi di Modena, poi del Partito e infine della Camera confederale del lavoro, occupandosi in particolare dei problemi organizzativi. Come membro della segreteria confederale modenese si trova a gestire i difficili momenti della serrata alle Fonderie Riunite e l’eccidio di sei operai il 9 gennaio 1950.
Nel 1951 viene inviato dalla Cgil in Puglia, dove assume la guida della Camera del Lavoro di Bari negli anni delle battaglie per l’occupazione delle terre e la riforma agraria. Nel 1956 è chiamato a Roma da Giuseppe Di Vittorio, segretario generale della Cgil, per assumere la responsabilità di vice segretario organizzativo, incarico che ricopre anche durante la segreteria di Agostino Novella. In tale veste, nell’ottobre del 1963 coordina gli aiuti della Cgil alle popolazioni colpite dal disastro della diga del Vajont.
Nel 1966 rientra in Emilia, entrando nella Segreteria regionale della Cgil regionale e poi della Camera del Lavoro di Bologna, sino alla fine degli anni Settanta. Per la sua attività sindacale, il 29 settembre 2006 riceve al Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, una medaglia d’argento consegnata a tutti gli ex segretari e dirigenti storici della Cgil, in occasione del centenario della nascita del sindacato.
Conclusa l’attività lavorativa, si impegna nell’associazionismo partigiano. Diventa presidente dell’Anpi di Modena e, nel periodo del suo mandato, promuove ricerche storiche sulla Resistenza e sostiene con forza l’attività dell’Istituto storico di Modena, presso il quale deposita l’archivio storico della sua formazione partigiana. Come testimone della Resistenza ha incontrato negli anni migliaia di studenti e giovani, affascinandoli con la sua simpatia e umiltà. Muore a Modena il 3 gennaio 2009.
Voci correlate
Collegamenti
DOCUMENTI
FONTI
BIBLIOGRAFIA
Claudio Silingardi, Una provincia partigiana. Guerra e Resistenza a Modena 1940-1945, Milano, Franco Angeli, 1998
Lorenzo Bertucelli, “Costruire la democrazia”. La Camera del lavoro di Modena (1945-1962), in Lorenzo Bertucelli ed al., Un secolo di sindacato. La Camera del lavoro a Modena nel Novecento, Roma, Ediesse, 2001