Il primo tentativo di aggressione ad una Camera del lavoro è compiuto a Carpi l’11 dicembre 1920, con spari e il lancio di una bomba Sipe che non esplode. Il 10 gennaio 1921 i fascisti tentano di penetrare nella Camera del lavoro di Modena. Il 21 gennaio dei fascisti si avvicinano alla sede camerale di Modena, e sparano contro le finestre dell’edificio. Tre giorni dopo i fascisti assaltano di nuovo la Camera del lavoro di via del Carmine, che viene devastata, con lancio di mobili e documenti dalle finestre, che vengono bruciati.
Il 29 gennaio è assaltata la Camera del lavoro di Carpi e bruciati dei documenti, il 30 gennaio devastate la Casa del popolo di Fossoli e la Cooperativa di consumo di Novi di Modena. Il 24 marzo è di nuovo assaltata dai fascisti la Camera del lavoro di Carpi, che viene incendiata e completamente distrutta.
In aprile gli assalti si intensificano. il 7 a Marano è invasa la Lega “rossa”; il 12 è occupata la Camera del lavoro di Mirandola, trasformata in Casa del fascio; il 13 devastata la cooperativa di consumo di Ravarino; il 15 incendio del mobilio della Lega di Finale Emilia; il 16 è aggredita la Cooperativa di consumo di Formigine e sono asportati documenti e mobili dalla lega di Camposanto; il 17 devastata la Casa del popolo di Massa Finalese, che viene data alle fiamme; il 17 è invasa la Cooperativa socialista San Possidonio con incendio di mobili e registri; lo stesso giorno è occupata quella di Zocca, con asportazione di bandiere e documenti; il 21 è devastata la Casa del Popolo e la Camera del lavoro di Vignola; il 22 aggredita la Cooperativa di consumo di Santa Maria di Mugnano (Modena); il 23 stessa sorte della Cooperativa di consumo di Castelnuovo Rangone; il 26-27 aprile è colpito il Club operaio di Spilamberto con furto di quadri e bandiere rosse e danneggiamento mobili.
La violenza fascista prosegue in maggio. Il 4 a Finale Emilia è data alle fiamme la Camera del Lavoro, che è di nuovo presa di mira il 13, con distruzione e incendio degli arredi e dei documenti. Il 20 a Ravarino è devastata la Cooperativa di consumo. Il 27 luglio a Roccamalatina (Guiglia) è devastata la Cooperativa di consumo, il 13-14 novembre Portile (Modena) è lanciata una bomba contro la Cooperativa di consumo. Il 21-22 novembre a Verica (Pavullo) è invasa la Cooperativa di consumo, con l’asportazione di 400 lire da un cassetto. Il 22 novembre a Pavullo è data alle fiamme la Cooperativa di consumo e il 28 aggredita e incendiata quella di San Vito (Spilamberto).
Le azioni squadriste proseguono nel 1922. Il 18 febbraio a Migliarina (Carpi) sono aggrediti i soci della Cooperativa di consumo; il 2 aprile a Modena nuova i fascisti entrano nella Camera del lavoro unitaria, asportando copie dell’Avanti! e di Umanità Nova; il 9 aprile lanciano un sasso contro la Camera del lavoro sindacalista e il 13 aprile lanciano una bomba Sipe, che non esplode, contro la Cooperativa di consumo dei Mulini Nuovi (Modena).
A seguito dello sciopero legalitario degli inizi di agosto del 1922, il 5 agosto è incendiata la Camera del lavoro di Modena, la Cooperativa di consumo di San Lazzaro e quella dei Mulini nuovi; è incendiata anche la Cooperativa muratori di Novi di Modena. Il giorno dopo, il 6 agosto, i fascisti tentano, senza riuscirci, di assalire anche la Camera del lavoro sindacalista di via Sant’Agata a Modena. Il 10 agosto è la volta della Cooperativa di consumo di Formigine, dove sono sottratti registri e documenti, mentre il 3 settembre a essere presa di mira è la Cooperativa di consumo di San Felice sul Panaro e quattro giorni dopo quella di Magreta (Formigine), che viene devastata e data alle fiamme. Infine, lì1-2 ottobre i fascisti penetrano di nuovo nella Camera del lavoro di via del Carmine, asportando materiale, mentre l’8 novembre è la volta della Camera del lavoro sindacalista, dove espongono la bandiera italiana.
Non si contano, inoltre, le aggressioni a sindacalisti, capilega e semplici lavoratori, con bastonature, somministrazione di olio di ricino, minacce varie che in alcuni casi portano all’allontanamento da Modena, in altre città o all’estero. Non è possibile, ancora oggi, conoscere il numero esatto dei lavoratori uccisi nel corso di aggressioni fasciste, comunque non inferiore alla quindicina. Tra i nomi conosciuti uccisi nel 1921 ci sono quelli di Angelo Stancani, capolega di Campogalliano, il 1° gennaio 1921; Celso Piccinini di Novi, il 12 marzo; Vermilio Bonesi di Vignola, il 21 aprile; Francesco Setti di Sorbara, il 16 giugno; Corrado Vescovini di Mirandola, il 9 luglio; il sindacalista cattolico Agostino Baraldini di Mortizzuolo, il 17 agosto; Igino Bellandi di Zocca, il 16 settembre; Regolo Bellei di Sassuolo, l’8 ottobre; Medardo Ferrari di San Possidonio, il 15 ottobre; Teobaldo Righetti di Modena, il 6 novembre. Nel 1922 sono uccisi Benvenuto Pignatti di San Felice, il 12 marzo; Adelmo Benvenuti e Giovanni Romani di San Venanzio, il 20 agosto; Giovanni Bassoli di Mirandola, il 6 luglio e Giovanni Forghieri di Villanova di Modena il 2 agosto.
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Collegamenti
FONTI
BIBLIOGRAFIA
Fabio Montella, Bagliori d’incendio. Conflitti politici a Modena e provincia tra guerra di Libia e marcia su Roma, Milano, Mimesis, 2021