Nelle dure lotte sostenute dai mezzadri modenesi nel dopoguerra assume un rilievo particolare quello delle venticinque famiglie mezzadrili dell’azienda Rangoni di Spilamberto, proprietà dei marchesi Rolando, Ida e Bianca Rangoni Machiavelli.
Lo scontro ha inizio con la contestazione da parte dei mezzadri degli obblighi e delle regalie, del riparto dei prodotti, della chiusura delle contabilità coloniche degli anni precedenti. Ma il marchese Rangoni oppone una dura resistenza: rifiuta ogni confronto con i suoi mezzadri ed agisce con querele e denunce. Dal canto loro, i mezzadri accusano il marchese di boicottare l’andamento produttivo dell’azienda e il primo maggio 1946 costituiscono una Commissione aziendale che di fatto estromette la proprietà dalla gestione dell’azienda. Questo modello di autogestione sopravvive fino al 15 luglio 1947, quando il Tribunale di Modena procede al sequestro giudiziario di tutti i poderi.
I mezzadri raggiungono un accordo con la proprietà nel dicembre 1947, che si impegna a ritirare tutte le cause penali e civili e a chiudere le contabilità. Ma dopo qualche mese i mezzadri denunciano il marchese per la mancata chiusura delle contabilità ma, a loro volta, sono denunciati e citati per danno. Nonostante la mobilitazione della popolazione di Spilamberto, gli interventi delle autorità locali, provinciali e anche nazionali, alcune famiglie mezzadrili sono costrette ad andarsene, e la vertenza viene pesantemente condizionata dal complicato intrecciarsi di cause civili e penali.
Alla fine tra rinvii, sospensioni e nuove denunce non si giunge ad alcuna sentenza processuale, ma ad una transizione amichevole nel marzo 1955 con il ritiro di tutte le cause, non prima però dell’allontanamento di tutte le famiglie ‘ribelli’. Rimangono invece aperti i problemi sindacali e la vertenza si conclude con la sconfitta dei lavoratori. Ma come ha scritto Daniela Betti nel libro I coloni delle Basse, «Non si sentono degli sconfitti, oggi, i protagonisti di allora. La memoria collettiva restituisce l’immagine di una lotta combattuta dalla parte della ragione. E anche se le vicende individuali ebbero nell’immediato un triste epilogo, nella memoria di classe resta la convinzione orgogliosa di aver partecipato ad un movimento generale di emancipazione e di progresso».
Collegamenti
DOCUMENTI
FONTI
BIBLIOGRAFIA
Daniela Betti, I coloni delle basse. Lotte mezzadrili a Spilamberto nel secondo dopoguerra 1945-1955, Carpi, Edizioni Nuovagrafica, 1993