Ernesto Cattani, segretario della Camera del lavoro di Campogalliano, il 3 agosto del 1971 è aggredito e ucciso da un agrario del luogo, mentre è impegnato nella vertenza per il rinnovo del contratto provinciale dei braccianti, vertenza che si scontra con la dura intransigenza dell’associazione degli agrari. In luglio sono numerose le giornate di sciopero, ma non mancano episodi d’intimidazione e minacce nei confronti dei sindacalisti impegnati nella conduzione della vertenza a Ravarino, Cavezzo, Bomporto e Villavara.
Il clima è teso anche a Campogalliano. È segnalata la presenza di fascisti che vogliono entrare in azione, compaiono scritte fasciste e sono bruciate alcune strutture della Festa de l’Unità. Circola anche un volantino di un sedicente ‘gruppo di lavoratori della terra’, che attacca il sindacato.
Un nuovo sciopero di 48 ore è previsto per il 4 e 5 agosto. Il 3 agosto Cattani percorre le strade del comune in macchina per informare i lavoratori agricoli. Ad un incrocio viene aggredito da un giovane e robusto agrario, che lo tira fuori dall’auto, lo prende a pugni per poi ricacciarlo di nuovo nell’abitacolo. Cattani riesce a ripartire, percorre poche centinaia di metri, ma muore prima che possa essere soccorso.
Subito si pensa ad un malore, poi la testimonianza di un operaio che ha visto l’aggressione porta all’arresto dell’agrario. Accusato di omicidio preterintenzionale, il 29 dicembre è rilasciato grazie ad un intervento molto criticato della Corte di appello di Bologna, e si dà alla latitanza. Il processo inizia a Modena il 21 dicembre 1972. Nonostante gli sforzi della difesa, sostenuti anche da una parte della stampa, l’agrario è condannato dalla Corte di assise a 3 anni di carcere, condanna confermata in appello nel gennaio 1973. Dopo oltre due anni di latitanza – nel febbraio 1974 – l’agrario si consegna alla polizia per scontare la pena, ma nell’aprile dello stesso anno è rilasciato in libertà provvisoria, provocando di nuovo proteste e delusione. Nel 1976 la Corte di cassazione conferma definitivamente la condanna, e una domanda di grazia inoltrata nel 1977 è respinta dal presidente della Repubblica.
Dopo l’uccisione di Cattani, e lo sciopero generale provinciale proclamato per il pomeriggio del 5 agosto, si conclude rapidamente la vertenza per il contratto provinciale dei braccianti: una vertenza durata 45 giorni, e costata 10 giorni di sciopero differenziato. Anche nella altre province si rinnovano i contratti, centrati sul diritto dei lavoratori agricoli a contrattare i piani colturali, superare il lavoro a giornata, istituire il minimo salariale nazionale, ottenere il riconoscimento della presenza del sindacato nelle aziende.
Collegamenti
DOCUMENTI
FONTI
Istituto storico di Modena, Archivio Cgil Modena, Documentazione Cattani
BIBLIOGRAFIA
Amedeo Osti Guerrazzi, Claudio Silingardi, Storia del sindacato a Modena 1880-1980, Roma, Ediesse, 2002