SPI CGIL

Intervista a: Agostino Rota
Realizzata da: Andrea Pantaleoni
Luogo: Camera del lavoro di Carpi

Data di realizzazione: 9 febbraio 2000

 

 

Facciamo un breve excursus su quella che è, così, la sua provenienza, la sua famiglia di origine, quello che faceva suo padre, sua madre? E poi, caso mai, passiamo al resto.

Va bene! Io sono Rota, sono nato nel ’31, in una frazione di Carpi, a Santa Croce. La mia famiglia erano braccianti poveri. Poveri, poveri proprio! E ho frequentato le scuole a Santa Croce, poi a Carpi durante i bombardamenti perché era il periodo che c’era la guerra: per cui ho un’infanzia che praticamente è stata vissuta nelle campagne di Carpi, del carpigiano con una situazione abbastanza drammatica perché non c’è dubbio che essere figli di braccianti, durante la guerra, senza terra, il problema della sopravvivenza era dura perché la fame c’era davvero insomma! Era un problema! Poi naturalmente la guerra ha aggravato la situazione perché quando è scoppiata la guerra nelle 1945-’50 naturalmente avendo già una certa età capivo cosa significava la guerra, vedevo la gente che andava a militare, vedevo… poi hanno cominciato i bombardamenti che sembravano un po’ un gioco poi invece ho cominciato ad avere paura. Poi naturalmente la guerra ha creato i gruppi partigiani che da noi erano abbastanza forti a Santa Croce cioè dove abitavo io c’era la patria di Garagnani, di Alcide, ‘Scarpone’, medaglia d’oro e lì sentivamo che c’era qualche cosa insomma che a 10 anni, 9 anni si capisce abbastanza! Sì! Non vivevamo, come dicevamo noi, nella bambagia, vivevamo proprio all’aperto insomma lì sentivi tutto insomma: per cui da una parte avevi i bombardamenti, dall’altra avevo l’assillo di sopravvivere poi è subentrata la paura perché poi i bombardamenti si sono intensificati: le bombe fanno paura insomma! Perché lì da noi bombardavano un po’ da tutte le parti: Carpi e poi Reggio e poi Modena insomma la paura c’era! E poi non c’è dubbio quando un altro problema è nato quando hanno istituito il coprifuoco era un problema perché… è vero che da bambini non andavi fuori però la gente al calar del sole dovevi chiuderti in casa e allora dopo, pian piano, i partigiani che presidiavano i territori, i tedeschi si scontravano, le fucilate che si sentivano allora sai capisci le bombe facevano paura, le fucilate fanno paura anche se sono dei partigiani non sapevi mica chi erano la notte quando eri in casa! Per cui sì è una formazione di un certo tipo insomma poi non c’è dubbio che il ’42 e ’43 la cosa diventa dura perché cominci a vedere bruciare le case ai partigiani, le rappresaglie si vedevano perché a Santa Croce abbiamo visto quelli di Cattania, i 32 di Cattania uccisi portati in giro…