Adriana Barbolini (a cura di)"Un monumento alle speranze perdute". Storia narrata del salumificio Samis-BellentaniModena, Litotipografia Poppi, 2012
“Un monumento alle speranze perdute. Storia narrata del salumificio Samis-Bellentani di Massa Finalese” a cura della professoressa Adriana Barbolini, pubblicato dal sindacato pensionati Spi/Cgil di Massa Finalese e Modena, con il patrocinio del Comune di Finale Emilia.
Obiettivo del libro è quello di ricostruire la storia del salumificio prima SAMIS, poi SAMIS-BELLENTANI e infine BELLENTANI attraverso la raccolta delle narrazioni di coloro che vi hanno lavorato e che ne sono stati protagonisti. Così, circa trentadue anni dopo il momento infausto della sua chiusura, è uscito questo testo che ne celebra la vita.
Il progetto ha richiesto tempo, la messa in campo di varie sinergie e la collaborazione di diversi enti, primi fra tutti lo Spi-Cgil di Massa Finalese e di Modena, che hanno offerto la loro organizzazione e reperito i fondi necessari anche per la ricerca d’archivio svoltasi in parte presso i depositi documentari di Massa e in parte presso l’Archivio Storico della Resistenza di Modena. Ma altri due contributi sono stati tanto fondamentali: da una parte, quello di chi ha raccolto le storie e con grande dedizione e competenza le ha ricondotte a narrazioni coerenti e ricche di senso; dall’altra, quello di chi queste storie le ha narrate, regalando alla collettività le vicende di una parte importante della propria vita e, in particolare, alla descrizione del lavoro nelle sue mansioni e nelle sue procedure.
Ma ciò che ha reso unica l’esperienza al salumificio Bellentani è stata l’appartenenza politica e sindacale che ha accomunato la maggioranza degli operai, fornendo loro un comune linguaggio e uguali intenti di partecipazione e di lotta. Per queste ragioni i successi ottenuti nei contratti, nelle agevolazioni salariali, nella qualità del lavoro hanno cementato con forza sempre maggiore la volontà e la partecipazione collettive nei confronti degli obiettivi di lotta.
Nel corso delle narrazioni è successo che memorie sedimentate e apparentemente dimenticate siano tornate – grazie al flusso della memoria e del discorso – vivide e puntuali. E così il filo rosso che ne accomuna tanti aspetti porta a riflettere sul valore e sull’importanza del lavoro.