Uno degli elementi che ritarda a Carpi il sorgere delle organizzazioni dei lavoratori è senz’altro costituito dalla sua struttura economica, dove dominano il lavoro saltuario e a domicilio. Questa configurazione si presta maggiormente a creare elementi di concorrenzialità che non a favorire l’unità. Ma le durissime condizioni di vità e gli stridenti squilibri sociali legati alla proprietà fondiaria forniscono altresì il terreno necessario all’emersione delle prime associazioni aventi scopo assistenziale e mutualistico.
Quando il 9 dicembre 1860 si costituisce la Società di Mutuo soccorso fra gli operai di Carpi, essa nasce non per iniziativa degli operai ma ad opera di un intellettuale, il dottor Giustiniano Grosoli.
Sul finire del secolo diciannovesimo incomincia ad affermarsi l’esigenza di una struttura non di sola assistenza mutualistica, ma capace di dirigere politicamente i lavoratori e organizzare la loro lotta. Ma qui, come nel resto d’Italia, forte è la resistenza delle forze liberali di destra, spesso alleate alle gerarchie ecclesiali e con l’appoggio delle forze dell’ordine. Molto spesso gli elementi più coscienti e impegnati nello scontro sociale vengono arrestati, licenziati, o additati come “sovversivi”.
Nel 1903 le leghe e le organizzazioni “economiche” socialiste (cooperative), organizzano un convegno sindacale: in questa occasione, per la prima volta si valuta l’opportunità di costituire a Carpi una sezione della Camera del lavoro di Modena, con lo scopo di fornire ai lavoratori in lotta una valida guida, una struttura di direzione unitaria, di coordinamento e collegamento con le altre zone.
I socialisti carpigiani decidono nel settembre del 1905 di creare la propria Camera del lavoro, chiamando ad organizzarla Gildo Cioli, già segretario della Federazione polesana delle leghe.
Il 19 febbraio 1906 con la convocazione di tutte le organizzazioni dei lavoratori dei comuni di Carpi, Novi, Soliera, viene fondata la Camera del lavoro che troverà la sua prima sede in Via J. Berengario, formalmente come succursale di quella di Modena, ma in realtà completamente autonoma. Al convegno costitutivo aderiscono le leghe bracciantili di Fossoli, Quartirolo, Gargallo, Limidi, Cibeno e Santa Croce; le Cooperative di braccianti di Carpi, Fossoli e Novi; la lega dei fornaciai di Carpi; le Cooperative di trecciaie sorte a Migliarina, Budrione e Gargallo, le Cooperative dei cartai di Carpi, dei muratori di Carpi e di Novi; le leghe dei camerieri, degli annaspatori e dei cilindratori, dei barbieri, dei cappellai; i Circoli socialisti di Carpi, Limidi, Cibeno e San Marino, Quartirolo, Migliarina e Budrione, Fossoli e la sua lega femminile. Segretario viene eletto Gildo Cioli, l’uomo che più di ogni altro si era adoperato nei mesi precedenti per l’organizzazione dei lavoratori carpigiani, per il coordinamento delle lotte ed i rapporti con la Camera del lavoro di Modena. Alfredo Bertesi invia una lettera ed offre alla nascente organizzazione la vecchia e gloriosa bandiera dell’Associazione dei lavoratori.
La nascita della Camera del lavoro di Carpi va a consolidare quel particolare ecosistema creatosi intorno alla figura di Alfredo Bertesi, che nella doppia veste di industriale e difensore dei lavoratori, aveva costruito una struttura indipendente e basata sull’industria del truciolo. Tale sistema di potere entra in crisi negli anni dieci, per la radicalizzazione dei conflitti sociali e per le tensioni che attraversano il paese a partire dalla guerra di Libia.
Collegamenti
DOCUMENTI
FONTI
BIBLIOGRAFIA
Camera del lavoro di Carpi, Da sfruttati a protagonisti. Un contributo di note, documenti e immagini per la
storia del sindacato e delle lotte del movimento operaio a Carpi, Carpi, Cgil Carpi, 1981