La necessità di un coordinamento e di una mediazione tra le Camere del lavoro e le federazioni di mestiere nate all’inizio del secolo porta alla costituzione, nel 1902, del Segretariato nazionale. Inizialmente diretto da socialisti riformisti, il Segretariato passa nelle mani dei sindacalisti rivoluzionari.
Per contrastare tale presenza, da parte di alcuni dirigenti riformisti e di federazioni nazionali da loro dirette è promossa la costituzione della CGdL. Il progetto è contrastato dai sindacalisti rivoluzionari e da alcune Camere del lavoro, ma coglie indubbiamente un’esigenza reale di coordinamento nazionale dei diversi organismi sindacali.
Il congresso costitutivo si tiene a Milano il 29 settembre e il 1° ottobre 1906. Partecipano 700 delegati in rappresentanza di circa 200.000 lavoratori. Al congresso prevale la corrente riformista, che raccoglie su un proprio ordine del giorno 114.000 voti, contro i 53.000 andati ai sindacalisti rivoluzionari. Nei mesi successivi la Confederazione consolida sempre più i rapporti con il Partito socialista, giungendo a stabilire con esso una relazione politica privilegiata, stabilendo una sorta di divisione dei compiti, per cui spettava al Psi la proclamazione di scioperi politici, e alla CgdL di quelli economici.
La Confederazione, diretta dal socialista riformista Rinaldo Rigola, si pone come obiettivi il coordinamento tra le diverse categorie sindacali, la difesa del salario dei lavoratori, il controllo sindacale del collocamento, la promozione della legislazione sociale e del lavoro. Sul piano organizzativo la Confederazione mantiene un livello orizzontale, costituito dalle Camere del lavoro provinciali, e uno verticale, basato sulle federazioni nazionali di mestiere. I punti di forza sono la Federazione degli operai metallurgici, quella degli edili e la Federterra, che organizza i lavoratori delle campagne.
Tra il 1907 e il 1911 la CGdL conosce una costante ascesa, e gli iscritti passano da 190.000 a 384.000. Inizia poi un lento declino, che si accentua negli anni della guerra, riportando il numero degli iscritti a circa 200.000. Nel dopoguerra conosce un vero e proprio boom di iscrizioni, gli aderenti passano dai 249.000 del 1918, al 1.159.000 del 1919 fino a toccare, nel punto più alto del 1920, i 2.150.000.
Voci correlate
Collegamenti
DOCUMENTI
FONTI
BIBLIOGRAFIA
Adolfo Pepe (a cura di), Storia del sindacato in Italia nel ‘900, vol.1, La CGDL e l’Età liberale, Roma, Ediesse, 1997
Antonio Lettieri, Alle radici del sindacato. La fondazione della CGIL. Le carte del Congresso costitutivo del 1906, Roma, Ediesse, 2010