Nella primavera 1977 a Modena la Federazione lavoratori metalmeccanici (Flm) coinvolge il movimento delle donne organizzate e i gruppi femministi nella vertenza con la Fiat-Oci, chiedendo migliori condizioni di lavoro, sicurezza ambientale, controlli sanitari, riorganizzazione dei reparti e quantificazione e programmazione di nuove assunzioni tra cui l’inserimento di manodopera femminile nel ciclo produttivo dell’azienda.
A inizio aprile il Consiglio di fabbrica e quello sindacale di zona promuovono il primo momento di dibattito a cui sono invitate le organizzazioni femminili, giovanili e studentesche. A maggio si forma il “Comitato di lotta per l’occupazione femminile alla Fiat”, composto da disoccupate che hanno presentato domanda di assunzione. Il Comitato, appoggiato da Udi, Collettivo femminista modenese e Gruppo del salario al lavoro domestico, e che collabora con il Consiglio di fabbrica e quello di zona, chiede l’inserimento definitivo di un numero consistente di donne senza preclusione di reparto, con opportunità di qualificazione professionale e migliori condizioni di lavoro.
A spingere gli attori sociali c’è la consapevolezza che emancipazione e liberazione non possano esistere senza protagonismo femminile e indipendenza economica. Si inizia così a costruire una strategia comune per il diritto al lavoro come risposta alla diffusa esigenza di parità, anche nella provincia di Modena, che registra una percentuale più alta di donne occupate rispetto alla media nazionale.
Dopo accanite contrattazioni, il 29 ottobre si raggiunge l’accordo su occupazione femminile, organizzazione del lavoro e ambiente. Settanta donne varcano i cancelli della Fiat e vengono inserite in tre diversi reparti produttivi; mentre l’azienda si impegna a verificare, in base alle previsioni occupazionali, la possibilità di ulteriori inserimenti di personale femminile. Da questa esperienza nasce l’idea di una “Carta di impegno di lotta e di proposta delle donne modenesi” con progetti per cambiare la qualità della vita, l’organizzazione del lavoro e la società intera.
Questa vertenza rappresenta un momento di crescita per il movimento femminile e per quello sindacale che ha spinto le donne ad aggregarsi all’interno del sindacato.
Voci correlate
Collegamenti
FONTI
Nadia Pioppi, Diario di una giornata diversa, Archivio CDD
Archivio fotografico Udi Modena-CDD
BIBLIOGRAFIA