Quando la famiglia Orsi acquista la Maserati e sposta a Modena nei nuovi stabilimenti di viale Ciro Menotti la produzione di vetture e macchine utensili, trasferisce anche un’attività di più modeste proporzioni relativa alla produzione di candele di accensione per motori a scoppio, in via Generale Paolucci, denominata Fabbrica Candele Accumulatori S.A.
Durante la guerra l’attività viene riconvertita affiancando alla produzione di macchine utensili quella di motocarri elettrici e la revisione di veicoli militari. Dopo la fusione con la “Accumulatori Garbarino S.A.” di Genova nel 1940 si aggiunge anche la fabbricazione di accumulatori elettrici.
Nel giugno 1945 la Commissione interna dello stabilimento denuncia la volontà di Adolfo Orsi di non riavviare a Modena la produzione, rivendicando il ritorno delle macchine che erano state trasferite per ordine del comando tedesco a Villa Guardia di Como nell’agosto 1944.
Durante gli ultimi mesi del 1948 Orsi ordina 380 licenziamenti complessivi nelle due fabbriche Maserati. Alla dimostrazione di non collaborazione da parte dei sindacati, il 5 febbraio dell’anno successivo viene annunciata la serrata della Alfieri Maserati e della Candele Maserati. Si tradurrà in una sconfitta per la FIOM, costretta ad accettare i licenziamenti e, soprattutto, a lasciare alla direzione la determinazione delle necessità di personale da assumere una volta riavviata la produzione.
Nei primi anni Cinquanta il consiglio di amministrazione prende la decisione di allargare la propria gamma di prodotti ed entrare nel settore motociclistico. L’operazione si concretizza con l’acquisto nel 1953 dell’Italmoto di Bologna.
Mentre questa nuova strada trova in un primo periodo un mercato in grande crescita, soprattutto in virtù della popolarità che la Casa aveva maturato in campo automobilistico, nel settore elettrico (candele e batterie) in forte espansione, la Maserati va incontro a difficoltà. Già alla fine del decennio anche il settore moto deve far fronte ad una concorrenza sempre più agguerrita. La domanda entra in una fase stagnante e nel 1958 il consiglio di amministrazione denuncia lo stato di crisi che porterà alla definitiva cessazione della produzione.
L’azienda viene messa in liquidazione e gli stabili di via Generale Paolucci vengono acquisiti dal gruppo Stilma, guidato dall’imprenditore reggiano Erminio Spallanzani, operante nel settore dei trafilati metallici.
Nel 2007 l’area è convertita in zona commerciale e terziaria, aggregando piccoli edifici intorno a una corte, su ispirazione del progetto originario.
Voci correlate
Collegamenti
DOCUMENTI
FONTI
IS Modena, Archivio CGIL, fondo FIOM
BIBLIOGRAFIA
Lorenzo Bertucelli, Claudia Finetti, Marco Minardi, Amedeo Osti Guerrazzi, Un secolo di Sindacato. La Camera del lavoro a Modena nel Novecento, Roma, Ediesse, 2001
Un altro pezzo di Maserati: la “Maserati candele e accumulatori”. Pietro Piombini racconta, in Anna Maria Pedretti (a cura di), Acciaierie e Maserati: due fabbriche modenesi. Dal dopoguerra ad oggi, Bologna, Editrice socialmente, 2013
Eliseo Ferrari, Maserati story. Il rilancio di un mito, Modena, Edizioni Il Fiorino, 2001; Eliseo Ferrari, Maserati story. Il rilancio di un mito, Modena, Edizioni Il Fiorino, 2001