Brevi note su: movimento operaio e organizzazione sindacale a Mirandola
Claudio Silingardi
Brevi note su: movimento operaio e organizzazione sindacale a Mirandola dalle origini al fascismo (1870-1920)
CGIL Mirandola, 1985
L’esigenza della Camera del Lavoro di Mirandola di conoscere ed approfondire le tematiche della propria storia, delle proprie radici, ha portato in questi ultimi anni ad un lavoro di raccolta di documenti e di testimonianze sulla storia del movimento operaio a Mirandola.
Questo lavoro ha trovato un suo primo sbocco nella costituzione a livello provinciale dell’Archivio della Camera del Lavoro Territoriale, all’interno del quale sono confluite le ricerche e i materiali della zona di Mirandola.
In occasione del congresso si è voluto dare ai delegati, ai lavoratori un segno tangibile di questo impegno, producendo questo opuscolo.
La scelta del momento storico trattato non è casuale. Abbiamo infatti voluto affrontare quei momenti in cui il movimento operaio mirandolese e le sue organizzazioni sindacali mantengono una loro specificità rispetto alla provincia modenese.
E questa “diversità” caratterizzerà per molti anni la realtà sindacale mirandolese, causa le differenti condizioni economiche e sociali del resto della provincia e conseguentemente le diverse strategie di azione sindacale.
Le Fonderie riunite di Modena
Eliseo Ferrari
Le "Fonderie riunite" di Modena
Modena, Ediesse, 1974
Le Fonderie Riunite di Modena rappresentano per la città e per l’intero movimento dei lavoratori una data da meditare ed insieme una vicenda da riproporre intatta nel suo svolgimento esemplare.
Il 9 gennaio 1950 davanti ai cancelli della fabbrica, chiusa dalla serrata, Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti cadevano vittime della cieca reazione padronale mentre lottavano per affermare il diritto al lavoro ed alla dignità umana nella difesa della democrazia e delle libertà democratiche sorte dalla Resistenza.
Dopo questa dolorosa vicenda la storia delle Fonderie Riunite segna la progressiva crescita della sua gente lavoratrice, tanto che oggi la fabbrica è interamente gestita da una cooperativa operaia che continuamente verifica la propria forza e la propria capacità direttrice.
Con questa pubblicazione, la Camera del Lavoro di Modena intende ricordare il sacrificio dei sei caduti e ripropone intatto l’insegnamento.
Indice
5 Presentazione
7 Il lunedì di sangue
9 L’allucinante tiro al bersaglio
12 I responsabili dell’eccidio
15 I padroni del blasone scarlatto
19 La classe operaia nella resistenza e per la rinascita
21 L’immediato dopoguerra
22 L’opera di ricostruzione
25 La prima serrata delle “Fonderie Riunite”
26 La “non collaborazione”
28 La “serrata” padronale
31 Un preciso disegno reazionario
32 Licenziamenti a catena
35 Un anno prima del tragico 9 gennaio
37 Una scelta politica antipopolare
39 La seconda serrata
40 Il ricatto padronale
43 Gli sviluppi dell’offensiva antioperaia
49 I corresponsabili di Orsi
49 Contro la politica degli eccidi
51 I funerali dei sei caduti
55 Il trigesimo
56 Le cause di fondo della politica degli eccidi
59 Ancora montature poliziesche
60 Incriminati i feriti e i testimoni dell’eccidio
62 Un sequestro provocatorio
65 L’inferno delle “Riunite”
66 Tentativi di smobilitare l’azienda
68 L’appassionata denuncia di Di Vittorio
73 La riscossa operaia
75 Le prime avvisaglie della crisi
77 Sventata un’altra manovra di Orsi
78 I lavoratori occupano l’azienda
81 La gestione operaia delle “ex Riunite”
82 La ripresa del lavoro
85 L’azienda in proprietà alle maestranze
86 La CISL risponde ai liberali
89 La fine della amministrazione controllata
90 Il mutuo IMI
91 Da Società per Azioni a Cooperativa
95 La “ex Riunite” oggi
97 Prospettive
Appendice
99 Esposto alla Magistratura dei parlamentari dell’opposizione contro i responsabili dell’eccidio
Un monumento alle speranze perdute
Adriana Barbolini (a cura di)
"Un monumento alle speranze perdute". Storia narrata del salumificio Samis-Bellentani
Modena, Litotipografia Poppi, 2012
“Un monumento alle speranze perdute. Storia narrata del salumificio Samis-Bellentani di Massa Finalese” a cura della professoressa Adriana Barbolini, pubblicato dal sindacato pensionati Spi/Cgil di Massa Finalese e Modena, con il patrocinio del Comune di Finale Emilia.
Obiettivo del libro è quello di ricostruire la storia del salumificio prima SAMIS, poi SAMIS-BELLENTANI e infine BELLENTANI attraverso la raccolta delle narrazioni di coloro che vi hanno lavorato e che ne sono stati protagonisti. Così, circa trentadue anni dopo il momento infausto della sua chiusura, è uscito questo testo che ne celebra la vita.
Il progetto ha richiesto tempo, la messa in campo di varie sinergie e la collaborazione di diversi enti, primi fra tutti lo Spi-Cgil di Massa Finalese e di Modena, che hanno offerto la loro organizzazione e reperito i fondi necessari anche per la ricerca d’archivio svoltasi in parte presso i depositi documentari di Massa e in parte presso l’Archivio Storico della Resistenza di Modena. Ma altri due contributi sono stati tanto fondamentali: da una parte, quello di chi ha raccolto le storie e con grande dedizione e competenza le ha ricondotte a narrazioni coerenti e ricche di senso; dall’altra, quello di chi queste storie le ha narrate, regalando alla collettività le vicende di una parte importante della propria vita e, in particolare, alla descrizione del lavoro nelle sue mansioni e nelle sue procedure.
Ma ciò che ha reso unica l’esperienza al salumificio Bellentani è stata l’appartenenza politica e sindacale che ha accomunato la maggioranza degli operai, fornendo loro un comune linguaggio e uguali intenti di partecipazione e di lotta. Per queste ragioni i successi ottenuti nei contratti, nelle agevolazioni salariali, nella qualità del lavoro hanno cementato con forza sempre maggiore la volontà e la partecipazione collettive nei confronti degli obiettivi di lotta.
Nel corso delle narrazioni è successo che memorie sedimentate e apparentemente dimenticate siano tornate – grazie al flusso della memoria e del discorso – vivide e puntuali. E così il filo rosso che ne accomuna tanti aspetti porta a riflettere sul valore e sull’importanza del lavoro.
Collegamenti
Giornalisti di fabbrica
Claudio Novelli
Giornalisti di fabbrica. Lotte sociali e cultura operaia a Modena 1949-1956
Roma, Ediesse, 1996
I giornali di fabbrica hanno rappresentato una delle più originali esperienze nella storia del movimento operaio italiano.
Frutto dell’impegno e della fantasia di tanti lavoratori, furono moltissimi i «giornaletti» che sorsero nelle fabbriche di tutta Italia, a cominciare dai principali centri industriali del Nord. Nella provincia di Modena, tra il 1949 e il 1956, si pubblicavano più di quaranta giornali di fabbrica.
Nati per esigenze difensive di fronte alla smobilitazione delle fabbriche, ai licenziamenti di massa, all’offensiva contro le commissioni interne e i consigli di gestione, a episodi cruenti come l’eccidio del 9 gennaio del 1950, essi divennero luogo di elaborazione di una cultura operaia dai tratti sicuramente originali. Ed è per questo che oggi costituiscono una fonte preziosa per indagare sul rapporto tra operai, sindacati e partiti, sulla realtà della fabbrica e il modo in cui veniva percepita, sulla mentalità dei lavoratori.
Indice
7 Presentazione, Gianni Ballista
9 Un archivio attivo per una storia straordinaria, Claudio Silingardi
17 Introduzione
Capitolo primo
23 I giornali di fabbrica: un’esperienza a livello nazionale
23 Una lunga tradizione
26 L’origine dei giornali di fabbrica
31 I primi passi dei giornali e il ruolo del Pci
39 Dal «Breve corso» al Convegno di Milano
49 Un’intera esperienza volge al termine
Capitolo secondo
59 Classe operaia e sindacato a Modena
61 Inizia l’offensiva contro le organizzazioni dei lavoratori
68 Dai fatti del 9 gennaio 1950 alla battaglia sulla «legge truffa»
87 Gli anni della crisi
Capitolo terzo
97 I giornali di fabbrica a Modena: origini e significato di un’esperienza
98 Si comincia, con passione e difficoltà
103 Lo sviluppo dei giornali e il suolo del Pci
113 La struttura e il funzionamento dei giornali
122 Ancora successi, poi il declino
Capitolo quarto
135 La parola ai giornalisti operai
138 Politica e vita di fabbrica
154 Le concezioni sindacali, il sindacato, la fabbrica
171 La «terza pagina» e la cultura operaia
195 Schede sui giornali di fabbrica
Cuocere la terra, piastrellare il mondo
Adriana Barbolini (a cura di)
Cuocere la terra, piastrellare il mondo. Narrazioni del lavoro ceramico
Modena, Litotipografia Poppi, 2014
Il libro: CUOCERE LA TERRA, PIASTRELLARE IL MONDO proviene dalla necessità di conoscere – attraverso la raccolta di storie personali – il popolo della ceramica. Lo Spi-Cgil di Modena, quello di Sassuolo, (che già avevano sperimentato l’efficacia di questo metodo) e la Filctem, che lavora sul campo nel comprensorio ceramico hanno pensato di avvicinare e di conoscere in modo più approfondito i propri iscritti, protagonisti di questa realtà, mettendosi in ascolto delle loro storie individuali, con la certezza di offrire al pubblico dei lettori un modello interpretativo originale della realtà sociale dei lavoratori di questo territorio.
Obiettivo principale della ricerca è stato mettersi in ascolto del mondo del lavoro allo scopo di conoscere il personale punto di vista dei testimoni su alcuni temi di grande importanza: famiglia, scuola, lavoro, sindacato, salute, territorio. La restituzione delle storie nel libro vorrebbe sollecitare un dibattito pubblico sulle questioni emerse, tanto che uno degli esiti sperati è di tipo trasformativo, sia individuale che collettivo. Questo perché la parola autobiografica porta in sé, come valore aggiunto, il prezioso nesso individuo-società ed è in grado di esercitare un rispecchiamento attivo e dinamico dell’un soggetto nell’altro.
Aprono il libro un certo numero di colloqui con dirigenti che a vario titolo operano nel mondo ceramico: ciascuno riflette sulle ricadute che il suo ambiente di lavoro ha avuto sul territorio ceramico e sulle prospettive future della ceramica. Prima dei capitoli tematici che contengono frammenti delle narrazioni si trovano due testi esemplificativi integrali, quello di una delegata pensionata e l’altro di un delegato lavoratore. Tutti gli altri testi integrali sono raccolti nella chiavetta allegata al volume, insieme ai materiali derivati dalla ricerca di documenti negli archivi sindacali e il video di presentazione di Stefano Massari costruito anche sulle foto di Uliano Lucas. Voci narranti: Alberto Bertoni e Irene Guadagnini
Collegamenti
Drappi rossi
Maurena Lodi
Drappi rossi. Identità e storie nelle bandiere della CGIL di Modena
Bologna, Editrice Socialmente, 2018
Le bandiere di un’organizzazione sindacale sono un po’ il manifesto della sua anima e di quella dei propri iscritti, soprattutto quando si tratta di vecchie bandiere, fatte a più mani.
Per questo motivo la Cgil di Modena, con la collaborazione dell’Istituto storico di Modena, ha promosso una ricerca di questi vessilli presso tutte le sedi della Camera del lavoro territoriale di Modena, con l’obiettivo di catalogarle e conservarle in modo adeguato.
Molte bandiere sono andate perse o distrutte ma si è trattato in ogni caso, grazie tra l’altro all’incontro con alcuni testimoni, di un viaggio arricchente, pieno di scoperte, che il volume ripercorre anche attraverso le foto in quadricromia e le schede di catalogazione di tutti i vessilli.
Perché la memoria, in questo caso espressa con drappi, simboli e parole è un patrimonio fragile, che necessita di particolare cura. E per il sindacato, per le sfide che deve affrontare ogni giorno, è importante coltivare questa memoria, conoscerne la storia, trovare suggestioni per guardare avanti.
Indice
7 Prefazione. Ho una bandiera preferita
Manuela Gozzi, Segretaria generale Cgil Modena
9 PRIMA PARTE
11 Drappi rossi, identità e storie nelle bandiere della Cgil di Modena
15 Spunti storici, annotazioni ed aneddoti
16 Il tricolore
18 La bandiera europea
19 La bandiera rossa
21 La bandiera della pace
23 Iconografia e tecniche di realizzazione
24 I colori: polisemie e storie millenarie
27 Motti e parole: origini ed evoluzione
43 Simboli, geometrie, allegorie. Alla ricerca di significati, alla radice delle emozioni
46 Come si realizzavano le bandiere
48 Le tecniche del ricamo e della pittura
49 Conservazione
51 Guida alla descrizione delle bandiere
53 SECONDA PARTE
53 Gli inizi. Soggetti storici, campagne sindacali e sensibilità politica
109 L’appartenenza. Arti, mestieri, aziende
125 La rappresentanza. Le bandiere “ufficiali”
157 APPARATI
157 Bibliografia orientativa
159 Abbreviazioni e sigle
Fonderie 9 gennaio 1950. Un racconto di Carlo Lucarelli
Realizzato in occasione del 70° anniversario dell’Eccidio delle Fonderie Riunite del 9 gennaio 1950 a Modena, su iniziativa di Istituto Storico di Modena e Centro documentazione donna, in collaborazione con il Comitato per la storia e le memorie del ‘900 del Comune di Modena, lo spettacolo scritto e interpretato da Carlo Lucarelli è stato allestito il 10 gennaio 2020 presso La Tenda di Modena, ed ha visto la collaborazione Paolo Nori e Beatrice Renzi, e l’accompagnamento di Marco Dieci (chitarra e voce).
La serata è stata ripresa ed è stato realizzato un video consultabile su Youtube. Il testo di Lucarelli è stato poi pubblicato in e-book dalla casa editrice il Dondolo di Modena.
“Che tutti insieme si può cambiar…”. Canzoni di lotta, di lavoro e di Resistenza (1945-2015)
Proposta la prima volta il Primo maggio 2015 in Piazza grande a Modena, la conferenza-spettacolo “Che tutti insieme si può cambiar…” propone un percorso storico attraverso alcune canzoni d’autore prodotte dal dopoguerra ai primi anni del nuovo secolo su temi attinenti al lavoro e alle lotte sindacali. Le canzoni proposte sono state scritte o interpretate, tra gli altri, da Pierangelo Bertoli, Rino Gaetano, Stormy six, Modena city ramblers, Eugenio Finardi, Cantacronache, Fausto Amodei, Sergio Endrigo, Anna Identici, Ivan Della Mea, Paolo Pietrangeli, Casa del vento.
Ad eseguire le canzoni è il gruppo ‘Banda libera’, composto da Marco Dieci chitarra e voce, Lucio Gaetani bouzuki e mandolino, Chris Dennis violino, Gigi Cervi basso e Francesco Coppola batteria. La narrazione è affidata a Claudio Silingardi, vicepresidente dell’Istituto storico di Modena.
La conferenza-spettacolo è a disposizione delle strutture sindacali, culturali o istituzionali che fossero interessate.
9 gennaio 1950. Non potrò mai dimenticare
Promosso dalla Provincia di Modena – Assessorato Istruzione e formazione professionale, in collaborazione con l’Istituto storico di Modena, il video ricostruisce, attraverso le testimonianze di protagonisti e parenti delle vittime, la vicenda dell’eccidio modenese del 9 gennaio 1950, quando, nel corso di una manifestazione contro le serrate operate dagli industriali ed a difesa dei diritti dei lavoratori, la polizia uccise sei operai delle Fonderie riunite – Angelo Appiani, Renzo Bersani, Arturo Chiappelli, Ennio Garagnani, Arturo Malagoli e Roberto Rovatti – ferendo più di cento manifestanti. L’intensità emotiva dei racconti e delle immagini dei funerali fornisce pienamente la drammaticità dei fatti e, più in generale, il clima teso e difficile del lungo dopoguerra italiano.
In questo filmato, forse il più completo per quanto riguarda la ricostruzione dei fatti del 9 gennaio, sono contenute le interviste a Eliseo Ferrari (all’epoca dei fatti Segretario Comunale della Lega Fiom di Modena), ad altri lavoratori delle Fonderie Riunite e al alcuni familiari delle vittime (Garagnani, Appiani, Chiappelli, Malagoli). Il video è stato curato e realizzato da Antonella Battilani. Le interviste sono state curate da: Alfredo Castagnetti, Patrizia Forni, Anna Maria Pedretti (per l’intervista a Eliseo Ferrari).
Durata: 45 minuti; Formato: DVD
COLLEGAMENTI
Mostra 'Il lavoro di Carpi. Uomini, Sindacato e imprese nel Novecento'
La mostra è stata inaugurata il 1° ottobre 2006 nel chiostro di San Rocco a Carpi, a cura dell’Istituto Storico di Modena, nell’ambito delle iniziative per la celebrazione del centenario della fondazione della Camera del lavoro di Carpi.
Il percorso fotografico è costituito da 50 immagini sospese a vela su tutto il perimetro del portico del chiostro di San Rocco, mettendo in parallelo due sguardi: il primo centrato sugli uomini e le diverse forme associative che nel corso dei decenni hanno cercato di rappresentare e difendere i diritti dei lavoratori, il secondo sulla storia più complessiva dell’evoluzione economica del territorio, lo sviluppo dei settori produttivi e delle imprese che hanno operato nel carpigiano.
La mostra è stata curata da Metella Montanari e Claudio Silingardi, ed è stata accompagnata dalla pubblicazione del relativo catalogo (Metella Montanari, Claudio Silingardi, Il lavoro di Carpi. Uomini, sindacato e imprese nel Novecento, Modena, Quid, 2006).
Collegamenti
Mostra 9 gennaio 1950 - La memoria della città
Inaugurata il 9 gennaio e allestita fino all’8 marzo 2020 negli spazi dell’ex ospedale di Sant’Agostino di Modena, la mostra è stata promossa da Cgil Modena, Cisl Emilia Centrale, Uil Modena e Reggio Emilia, dai sindacati pensionati delle tre organizzazioni sindacali, con il sostegno della Rete Archivio Storico Cgil Emilia-Romagna, Archivio Storico Cgil Nazionale, Comune di Modena, Regione Emilia-Romagna.
Curata da Graziella Bertani ed Enrico Trebbi, la mostra è stata realizzata in occasione del 70° anniversario dell’eccidio di sei operai davanti alle Fonderie riunite, ed ha messo al centro dell’esposizione soprattutto la dimensione di dolore collettivo e individuale che ha colpito la città di Modena, analizzando i giorni precedenti l’evento, la giornata del 9 gennaio 1950, i funerali e le manifestazioni commemorative degli anni successivi. Sono stati poi riprodotti articoli e pagine di giornali d’epoca, proiettato il filmato dei funerali realizzato dal regista Carlo Lizzani e due importanti documenti video, contenenti interviste ai congiunti dei caduti. Infine, il percorso è terminato con l’esposizione di due opere di Andrea Chiesi.
La mostra è stata poi riallestita lo stesso anno presso la Festa de L’unità di Modena, dal 26 agosto al 13 settembre e dal 15 al 21 settembre.
Per l’occasione è stata aperta una pagina Facebook e l’anno successivo, il 9 gennaio 2021, è stato realizzato, a cura di Caterina Bonora, un sito web dedicato alla mostra, promosso dai sindacati confederali di Cgil, Cisl, Uil, curato e reso possibile dal lavoro delle categorie dei pensionati, in particolare dallo Spi Cgil Modena.
Mostre
Sono qui descritte le mostre fotografico-documentarie realizzate sulla storia del sindacato e del lavoro modenese promosse sia dalla Cgil sia dell’Istituto storico.